Parliamo di... Cosa influenza la spinta di una stecca da biliardo?

Indice dei contenuti

Ti stai ancora domandando cosa influenza la spinta di una stecca da biliardo? Leggi queste ultime righe che ho dedicato all’argomento … 

Questo è il capitoletto conclusivo ( al momento ) che consente di avere almeno una panoramica più dettagliata dell’argomento. 😉

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Cosa influenza la Spinta di una Stecca da Biliardo: un passo indietro.

Prima di completare il discorso su cosa influenza la Spinta del tuo attrezzo da gioco, ti consiglio di leggere i due capitoli precedenti. Le righe sottostanti sono infatti il proseguimento di un discorso cominciato settimane addietro.

A parer mio è dunque importante che tu faccia qualche passetto indietro al fine di non perderti il filo logico che sta dietro alle considerazioni successive.

I link relativi ai precedenti articoli sono qui di seguito:

Bene! Adesso puoi andare avanti … 😀

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Cosa influenza la Spinta di una Stecca da Biliardo: il Bilanciamento Strutturale.

Un aspetto che a parer mio è da ritenersi fondamentale nella determinazione della spinta della stecca è il suo bilanciamento strutturale; parlo di quello che si ottiene dalla misurazione ( del bilanciamento ) della stecca nella sua configurazione senza pesi.

Il perché il bilanciamento ( e soprattutto quello strutturale ) risulti importante per la spinta è forse meno intuitivo rispetto alla correlazione con il peso di cui parlato nel capitolo precedente.

Per spiegarti, mi butto sul banale; utilizzo un esempio che susciterà forse qualche iniziale perplessità. Immagina di ricevere un pugno in viso; immagina che chi te lo sferra, per assicurarti di provocarti dolore, tenga in mano un blocchetto di ferro! ahi che male … 😀 .

Ora immagina che lo stesso pugno ti venga sferrato con la mano vuota e che il peso di prima ( uguale in termini assoluti ) sia invece collocato sempre sul braccio sotto forma di bracciale, orologio o altro.

Io personalmente credo che avvertiresti più dolore nel primo dei due casi nonostante la massa che impatta ( e la sua velocità ) restino immutate.

Come ti ho detto, lascia stare la tipologia di esempio veramente al limite. Il concetto che volevo farti capire è che oltre al peso ed alla velocità di un elemento, l’esito finale di un urto è strettamente correlato anche a dove è collocato il baricentro ( delle masse che urtano ).

E se pensi che la tua stecca per impartire del moto alla bilia deve urtarci contro ed in aggiunta fai un parallelismo tra il dolore provato ( nell’esempio precedente ) e l’intensità con cui il moto si sviluppa … allora forse ti risulterà un tantino più chiara quale sia la correlazione tra la Spinta della Stecca e la sua bilanciatura.

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Cosa influenza la Spinta di una Stecca da Biliardo: la Rigidezza Strutturale.

Avevo indicato nella Rigidezza Strutturale l’ultimo fattore ad influenzare la spinta del tuo attrezzo da gioco.

Direi che in questo caso, se si ha ben presente cosa si intenda per rigidezza, il legame che essa ha con la spinta è abbastanza logico.

Volendolo ulteriormente chiarire, possiamo utilizzare nuovamente l’esempio ( banale ) del paragrafo precedente. Come?Beh, diciamo che a colpirti sia un pugno con il polso bloccato ( ad esempio da una steccatura o un gesso, o una fasciatura rigida ). Anche in questo caso, ho proprio idea che avvertiresti più dolore!

Tornando “alla realtà dei fatti”, se il tuo attrezzo da gioco non tende a flettere/ammortizzare troppo l’impatto con la battente, quello che ne conseguirà sarà una maggiore penetrazione del colpo con conseguente sviluppo di maggiori corse delle bilie.

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Concludo sulla Spinta di una Stecca da Biliardo dicendo che …

Ok. Con questo articolo credo di aver esaurito l’infarinatura circa questo dolente argomento.

Per completezza, preciso nuovamente che fin qui si è parlato di Spinta come fattore caratterizzante un attrezzo da gioco. Come sempre è possibile intervenire per calibrazioni raffinate; difficile stravolgere totalmente una stecca che abbia determinate caratteristiche di tipo strutturale.

Se sei un giocatore con una certa sensibilità, puoi anche pensare di intervenire sul fattore spinta attraverso variazioni di sbracciata. Ritengo comunque che questo genere di soluzione alla lunga non paghi.

Ora torno al mio lavoro, nella speranza di esserti stato d’aiuto.

Lascio a te la parola: esprimi pure le tue considerazioni o poni le tue domande utilizzando l’apposito spazio dedicato ai commenti. Se possibile tenterò di leggere e rispondere in tempi brevi.

Ti invito nuovamente a condividere questo articolo sui social ( Facebook, Google+, Twitter ecc.) di modo da aiutare qualche altro tuo amico appassionato che nutra dubbi circa la questione.

Un saluto e … alla prossima.


NOTA IMPORTANTE:

Ti ricordo che è da poco disponibile una interessante Applicazione per dispositivi Mobili interamente dedicata al biliardo; si chiama ” A Tutto Biliardo” e puoi scaricarla direttamente dal sito ufficiale; pigia sull’immagine visita il sito e scaricala 😉  …

Applicazione A Tutto Biliardo

 

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4 risposte

  1. Ho seguito con interesse quanto detto sull’argomento “spinta” e, devo dire, qualcosa comincia a muoversi nel mio cervello non molto ricettivo. Da sempre sento frasi di giocatori di biliardo del tipo “questa stecca spinge tanto”, “quella stecca non ha una buona spinta”, ecc. Alla mia domanda “cosa intendi per spinta” ho sempre ricevuto risposte che non mi hanno mai convinto.
    Ora i tre appuntamenti di Biliardoblog dedicati alla “spinta” hanno dato un buon contributo che, in ogni modo, non mi hanno convinto del tutto e cerco di spiegarne il perché: per rendere palpabile e maggiormente comprensibile il concetto di “spinta” di una stecca da biliardo, penso che tale “energia meccanica” debba potersi misurare.
    In questa 3^ parte si parla di “rigidezza strutturale” quale componente determinante per ottenere una spinta maggiore. Anche il concetto di rigidezza attribuito ad una stecca mi è ostico, mi è molto più congeniale il concetto di “elasticità meccanica” perché tutte le stecche nel momento dell’urto con la battente subiscono una deformazione e successivo ritorno alla posizione iniziale in un tempo variabile a seconda dei materiali (cuoio, ghiera, puntale, joint, cono, asta, manico). Seppur minima l’elasticità meccanica della stecca dovrebbe essere misurabile, e la misura, a mio parere, renderebbe più semplice, per me s’intende, il concetto di spinta. Ringrazio per quanto esposto nei tre capitoli e mi scuso per la bizzarria dei miei argomenti.

    1. Buongiorno.
      Credo che si tratti solo di stabilire esattamente le definizioni circa ciò che si vuole intendere.
      Quando parlo di rigidezza, mi riferisco appunto alla capacità di un attrezzo di non essere troppo suscettibile a fattori di elasticità legati ai materiali. Credo di aver dato spiegazione di questo concetto in uno dei primi articoli del blog nei quali è apparso il riferimento a questo parametro di cui si sente molto parlare nel “gergo” biliardistico.
      Quindi la rigidezza cui io mi riferisco è in buona sostanza parametro assolutamente riconducibile al suo concetto di “elasticità meccanica”. Più un prodotto risulta rigido ( secondo il gergo biliardistico che viene utilizzato nel blog ) meno è meccanicamente elastico.
      Certo, a voler essere precisi, rigidezza ed elasticità non sono esattamente sinonimi in termini fisico-ingegneristico; ho voluto però cercare di utilizzare molti dei termini utilizzati in questo ambiente dandone una connotazione.
      In merito al discorso della misurabilità, ha perfettamente ragione. Avere una scala numerica potrebbe essere d’aiuto. Va detto comunque che il rendere numerico un dato, spesso serve ad un giocatore solo per comprendere le differenze tra un prodotto ed un altro e non a comprendere quale sia il dato numerico ottimo per il proprio gioco.
      In ultimo, il discorso risulterebbe assai complicato anche per tutti i fattori che entrerebbero in gioco nella definizione di questo valore numerico. Ricordiamoci infatti che occorrerebbe mediare il parametro a partire digli svariati elementi costituenti la stecca ( cuoio, teflon, tipo di legni ecc. ecc. ). Si potrebbe quindi ottenere numericamente lo stesso valore assoluto ( della stecca ) a partire da combinazioni differenti ( dei singoli elementi ). Ed a parer mio a parità di valore assoluto, una stecca che sia più rigida davanti e meno dietro avrebbe comportamenti differenti rispetto ad una più rigida dietro e meno davanti. Non so se mi sono spiegato.
      La ringrazio per questo suo appunto: vedrò di trovare il tempo di analizzare il concetto più avanti; ammesso che si riesca a scrivere qualcosa di facilmente leggibile e comprensibile.
      Buon proseguimento.

  2. Grazie per sua attenzione e per la esauriente risposta. Il suo grande merito è quello di aver cominciato a parlare di concetti che fino a questo momento erano astratti o, quanto meno, poco concreti. Buon proseguimento!

    1. Buongiorno e grazie.
      Spero lei possa continuare a leggere le pagine del blog e aiutarmi a diffonderlo tra gli appassionati.
      Buon proseguimento.

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